Wladimiro Tulli

1922
 Wladimiro Tulli nasce il 4 settembre a Macerata. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a contatto con la natura; svolge mestieri diversi, il cordaio, il fabbro, il falegname.
1937 
Il 29 giugno, ancora studente all’Istituto tecnico commerciale, ascolta per la prima volta a Recanati un intervento poetico di Filippo Tommaso Marinetti su Giacomo Leopardi e ne rimane fortemente colpito.
1938
 Spinto dal vivo interesse per il cinema si avvicina al Gruppo Futurista “Umberto Boccioni” di Macerata ove esiste, oltre la pittura, la scultura e la musica, la sezione Futurcine. Attraverso l’intensa attività del gruppo in tutti i settori della cultura, TulIi riesce a chiarire la sua vocazione artistica e inizia così la sua attività seguendo da vicino Bruno Tano, che lo incoraggia e lo indirizza verso una aeropittura futurista meno conformista, lontana da ogni riferimento naturalistico, più aperta alla fantasia e l’invenzione di nuove forme, fuori dalla retorica imperante.
Conosce gli scultori Quirino Ruggeri, Edgardo Mannucci, Pericle Fazzini.
1939
 Lo scultore Umberto Peschi lo invita a lavorare nel proprio studio “sui tetti”, ove s’impegna nel collage, nella scultura in creta e in legno. Qui conosce Marinetti, in uno straordinario pomeriggio a base di prosciutto, salame, castagne e vino rosso.
1940 
Incontra a Roma Enrico Prampolini, con cui stabilisce un lungo e fecondo rapporto di ricerca, corrispondenza, studio e amicizia.
Prampolini lo metterà nel tempo a contatto con i più importanti personaggi dell’arte contemporanea, non soltanto italiani.
1940-1942 
Partecipa con il Gruppo “U. Boccioni” alla Mostra futurista nel 1940 e nel 1942 alla Mostra nazionale di fotoplastici, tenute entrambe nell’atrio del Teatro Lauro Rossi di Macerata, e alle altre manifestazioni del gruppo, comprese alcune esperienze cinematografiche. Frequenta quotidianamente Bruno Tano, dopo la morte del quale Tulli diviene, a sua volta, l’animatore del gruppo, che assumerà la dizione di “Gruppo Futurista Boccioni-Tano”. Dalle sue opere di pittura e scultura cominciano a emergere elementi lirici di matrice surreale e astratta.
Conosce Giacomo Balla, Fortunato Depero, Ivo Pannaggi, Osvaldo Licini, con il quale in seguito stringerà un rapporto di proficua e lunga amicizia. L’interesse per il teatro porta Tulli a conoscere, attraverso Prampolini, Anton GiuIio Bragaglia e in seguito il fratello Carlo Ludovico, regista cinematografico, instaurando una lunghissima relazione di cordialità e di affetto. Sempre nel 1942 partecipa alla Mostra del Sindacato interprovinciale delle Marche nella Civica biblioteca di Macerata, dove espone due bassorilievi, ora perduti, segnalati dal poeta Mario Coltorti per la “sintesi riuscitissima della composizione”. Stabilisce a Roma il proprio studio in via Garibaldi 12.
1943-1945
Nd
1943 è invitato alla IV Quadriennale d’Arte, dove espone l’Aeroritratto n.2, un bassorilievo in alluminio e rame fuso alla fine del 1942 a cura di Marinetti, che segue con interesse il suo lavoro. Incontra Bruno Munari, Mauro Reggiani, Mario Radice, Manlio Rho e in seguito Luigi Veronesi.
Tulli partecipa alla resistenza e alla guerra di liberazione. Memorabile, nell’aprile del 1945, sul fronte di Ravenna, l’incontro con Giuseppe Sprovieri, con il quale soltanto dopo trent’anni riprenderà il discorso sull’avanguardia internazionale, come fosse stato appena interrotto. Rimangono centinaia di disegni, schizzi, acquerelli che illustrano la guerra con tutta la sua crudeltà, i compagni di lotta, gli amici, testimonianze semplici e commosse di fatti ed emozioni e di una lacerazione sofferta in prima persona. Tale documentazione, rimasta per anni ignota, fu esposta a cura di Armando Ginesi solo nel 1984, a San Paolo di Macerata, nel quarantesimo anniversario della Liberazione, e in seguito a Jesi, a Urbino e a Sassoferrato.
1945-1950
 L’artista s’impegna in una serrata ricerca figurativa che risente del clima instauratosi a seguito della costituzione del Fronte unico delle arti.
È un’esperienza breve, proficua che vede Matisse al centro dell’interesse di Tulli e della sua ricerca, che lo porterà a superare l’accesa, inutile e amara polemica tra figurativi e non figurativi e ad affermare in termini nuovi e del tutto personali una singolare investigazione nel campo dell’astrazione in cui la libertà espressiva e la felicità dell’invenzione cromatica saranno accompagnate da un forte e stimolante interesse materico, precisando liricamente le sue esperienze non figurative. In questo periodo stabilisce contatti e rapporti con gli esponenti più importanti dei principali movimenti astratti, concreti, spaziali e informali italiani ed europei, fra cui il MAC di Milano, il Gruppo A di Pesaro, L’Age d’or e Forma I di Roma, l’astrattismo fiorentino, l’Art club International e in seguito il gruppo Origine di Roma. È del 1947 il suo primo incontro con Piero Dorazio e subito dopo con Michelangelo Conte, Achille Perilli, Corrado Cagli, Giuseppe Caporossi ecc. Conosce Alberto Burri, con il quale manterrà sempre un lungo rapporto di solidarietà e di amicizia.
A partire dagli anni cinquanta si dedica anche alla ceramica d’arte, nella quale porta lo slancio e la singolarità delle proprie ricerche plastiche e pittoriche. Dal 1952 è parte attiva del Gruppo Numero di Firenze in tutte le sue manifestazioni in Italia e in Europa.
1960-1970
Partecipa attivamente al Gruppo Eclat di Parigi con Wood, Aynard e Poliakoff ed espone a varie riprese nella Galleria Antipoète. Incontra ripetutamente Max Ernst. Contemporaneamente, attraverso lo storico tedesco B. Degenhart, allaccia un rapporto intenso con il Kunst Kabinet Klihm, che lo porterà a partecipare a importanti rassegne d’ arte e ad allestire personali a Monaco e Ingolstadt. Nel 1962 è tra i fondatori del Gruppo Levante di Macerata. Compie numerosi viaggi di studio e di lavoro in Germania, Spagna, Marocco, Tunisia, Jugoslavia, Francia, Malta,Creta, Svezia.

148.1

1970-1980 
Sin dall’inizio degli anni settanta Tulli raggiunge nuovi sviluppi stilistici anche con l’inserimento, nelle sue opere, di materiali diversi. E da ricordare il successo ottenuto dai Materassi del 1972 a Roma e a Milano. In questi anni grande è il suo impegno nella decorazione, nella plastica murale e nei graffiti eseguiti a Macerata, Pesaro, Bologna, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Rimini, Teramo, Fano, Urbino, Matelica, Offida, Castelrainlondo e nel 1993 a Porto San Giorgio nella nuova sede della Cassa di Risparmio di Fermo; esegue anche diverse illustrazioni di libri e progetti di scenografie teatrali. Sul finire degli anni settanta un viaggio negli Stati Uniti gli permette di investigare e chiarire i vari aspetti dell’arte americana dopo la Pop Art, attraverso contatti e incontri diretti con i più importanti artisti statunitensi.
Stabilisce stretti rapporti con alcuni esponenti del movimento Fluxus, tra i quali Hemmet Williams, e in seguito volge il suo interesse verso la poesia visiva italiana. L’esperienza americana accende la ricerca di Tulli di nuove vita!ità ed energie e si maturano alcuni aspetti che avevano caratterizzato la sua opera precedente, sottolineando certe singolarità, allusività e analogie ironiche tipiche del suo linguaggio. La sua originale presenza nel panorama contemporaneo lo porterà a confrontarsi con le ultime esperienze giovanili, dalla pittura alla ceramica, alla scultura.
1990-2000
 Questo periodo vede Tulli sempre interessato a nuove ricerche ed esperienze, con assiduità e tenacia, con un’analisi rigorosa, sempre nuova e intensa nell’invenzione di nuove forme e orizzonti, «sempre in bilico» sul segno e sul colore con un atteggiamento di cordialità, ottimismo, curiosità e allegria verso la vita e verso il proprio lavoro, in un impegno quotidiano teso verso l’avvenire. Riprende pure il suo interesse per la scultura che culminerà nel Monumento alla Resistenza di Civitanova Marche, nel quale lo spazio urbano viene ricamato dalla plasticità del segno continuo ed elegante che raggiunge la sua sintesi nella figura dell’Angelo liberatore.
Nel Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, presso la Sala Europa, viene allestita una rassegna riassuntiva del suo impegno nel campo della ceramica. Segue un’importante personale presso la Galleria Due Spine di Rovereto a cura di Remo Forchini, con uno scritto di Gabriella Belli.
Nel 1997 si tiene a Recanati la grande mostra Tulli per Giacomo a cura del Centro internazionale di studi leopardiani, che nel1998 sarà trasferita prima a Parigi, presso il Centro municipale di Yssy-Ies-Moulineaux, e poi nel 1999 a Biella.
 Nell’estate del 1998 la Fondazione Cassa di Risparmio e la città di Macerata onorano il lungo percorso artistico di Tulli con una vasta ed esauriente mostra antologica presso Palazzo Ricci a cura di Giorgio Cortenova.
 Il 15 0ttobre 1999 s’inaugura, a cura del Mozarteum di Salisburgo, una grande personale di 45 opere incentrata sulla figura e l’opera di Mozart, con scritti di G. Cortenova, K.A. lrsigler, R Angertniiller e R. Forchini, segue quindi Un diario per Greta a Villa Cimbrone a Ravello, con un intervento di D. De Masi, a cura di B. Mansi.
2000-2002 
Nel 2000 affronta alcuni aspetti dell’arte sacra che culminano nell’antologica La mia preghiera presso il Museo Stauròs d’arte contemporanea di San Gabriele (Teramo), a cura di A. Monferrini, C. Chenis e A. Di Bonaventura, mentre la quotidianità del lavoro si rivolge verso nuove esperienze creative sul colore e la forma. Si ammala gravemente ma continua instancabilmente a lavorare.
2003
 Anche se gravemente malato, porta a termine l’organizzazione dell’antologica “Wladimiro Tulli Lirismi Alchemici” a cura di Giorgio Cortenova e Patrizia Nuzzo, presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Forti a Verona, inaugurata il 22 febbraio.
Muore a Macerata il 28 febbraio 2003.